Lo strappo di Venere
Lucifero ha scelto di abitare il suo nome in un luogo lontano e di non occuparlo completamente come aveva fatto nel cielo, lasciando spazio all'oscurità – una camera da letto piena di sonno e sogni. Ha fatto suo quello che era in principio poco più di un nome fittizio e, tracciata l'etimologia, ne ha trattenuto la parte più dura – lux – per poi spaccarla in un milione di pezzi. Così ogni mattina Lucifero si arrampica dal sottosuolo con le unghie sporche di terra e glitter.
Lucifero è il nome che si è scelto. Gli epiteti solitamente accompagnano o ricorrono al posto di un nome proprio e di solito evidenziano una delle qualità migliori o peggiori del soggetto, parole appiccicose ricoperte di ambrosia e miele. Lucifero è una di queste, tiene insieme la parola luce e il verbo fero, portare, e nel segmento tra queste due parole, egli prospera. Angelo caduto, stella mattutina, proietta ombre ed è visibile ad occhio nudo in pieno giorno. Sembra non avventurarsi mai lontano dal sole, tramonta a ovest o sorge a est poco prima dell'alba. È un mercante e la sua esistenza è una continua negoziazione, tra giorno e notte, storia e mitologia. Niente è un vincolo e raccoglie possibilità. Lui è Venere, l'inganno più luminoso del cielo.
A lungo Venere è stato considerato come due diversi oggetti celesti perché a seconda del punto del suo ciclo, può apparire o al mattino prima dell'alba o la sera dopo il tramonto; venivano quindi usati due nomi diversi per riferirsi a esso, Lucifero e Vespro. La verità è che Venere è sempre lì – anche quando è troppo vicino al sole e invisibile agli occhi – che insegue qualcosa, andando da un posto all'altro. Ma a volte uno vuole poter scegliere la propria visibilità, altrimenti la luce diventa solo un ostacolo e per questo Venere era grato alle nuvole che con la loro opacità gli offrivano riparo.
Lucifero vale come una promessa. È una di quelle minuscole creature intrappolate in una goccia d'ambra, uno strass o resti di glitter – eterno, importante, rilevante, parte di un discorso, storico, portatore di significato e guai, chiave di volta, sacro nel senso di intoccabile, irraggiungibile, libero dagli sguardi e pieno di grazia. Ogni tentativo di rappresentazione si traduce in un'immagine sovraesposta: la luce si posa sulla sua struttura ossea e ne brucia tutti i bordi. Sembra affilato perché chi guarda sta prendendo dei pezzi di lui.
Lucifero ha scambiato l'eternità per la gravità e questa lo ha vestito di pietre. “Ogni pietra preziosa era la tua copertura, il sardo, il topazio e il diamante, il berillo, l'onice e il diaspro, lo zaffiro, lo smeraldo e il carbonchio e l'oro”1. Atlante di abbondanza, che porta e mantiene, si è disfatto di se stesso, lasciandosi alle spalle la notte e sopra la testa i giorni, descrittori del tempo. Quando si schiantò a terra, le pietre del prezioso mantello si frantumarono in mille pezzi, fornendo una pelle scintillante al suo nuovo corpo.
Lucifero è appiccicoso. Ci sono molti modi per osservare e se solo qualcuno avesse guardato più da vicino, avrebbe notato che c'erano dei glitter tra i peli che gli coprivano il corpo. Invece è rinchiuso sotto terra in un anello di ghiaccio, dove divora uomini piangendo con i suoi sei paia di occhi. Non importa quante volte avesse provato a spiegare lo spettro che lo aveva perseguitato negli ultimi cinque anni o come aveva raschiato via il suo colore naturale dai capelli – nessun suono usciva dalle sue bocche se non il rumore implacabile della carne masticata, inghiottita e ingoiata.
Lucifero è un'entità, un'icona, una diva che posa per sempre come una crudele rappresentazione del tempo e come tale è difficile da afferrare; un luccichio nel buio, che va e viene. Lucifero è abbondanza, un bacio, una diga, una danza. Quasi dimenticavo: C! C come ci vediamo lì, cotta, crema, cura – prenditi cura! Caotico. Endemico. Cosa si intende per caotico? Resti di glitter tra i capelli.
Ezechiele 28:13 (lol)